Intervista - Liceo classico di Fano

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Intervista - Liceo classico di Fano
By Fraternita In Riflessioni su, Uomo Posted Giu 21st, 2015 0 Comment(s)

Intervista formulata dagli allievi di un liceo classico di Fano
domenica 7 marzo 2010

Alla fine degli incontri, il prof. Luca Canapini, insegnante in un liceo classico di Fano e docente alle università di Bologna, Urbino e Aberdeen (Scozia) si presentò a Fra Elia con una serie di domande che i suoi allievi avevano preparato per lui.
… « Tra di loro ci sono molti non-credenti. » aggiunse, ma tutti sono interessati alla sua persona e vorrebbero conoscerla.
… « Le chiedono anche di poter venire un giorno a Calvi, compresi i non- credenti… »
… « Va bene, io li aspetto… » rispose Fra Elia.

Come e quando ha cominciato a vivere questo stato di profondo legame con Dio ?
Già quando ero bambino, avevo sette anni vedevo gli angeli volare che mi giravano attorno. La vocazione l'ho avuta già da ragazzo, giocavo sempre con i frati, frequentavo l’oratorio e la domenica la chiesa. Quando poi arrivava il periodo di Pasqua stavo sempre male, ero sempre all'ospedale e neanche i dottori sapevano che cosa avessi, cosa mi stava succedendo.

E lei riusciva a capire che cosa le accadeva ?
Io non sapevo niente, semplicemente soffrivo, stavo male.

Quale è stato il suo stato d'animo quando apparvero le stigmate ?
Sono apparse quando sono entrato in convento ed ero al Santo Noviziato dai Cappuccini. Non sapevo neanche io cosa fossero, mi sembrava il fuoco di Sant'Antonio. Sotto il costato avevo un segno rosso, mi bruciavano i polsi.

Perché un servo del Signore deve subire questa sofferenza delle stigmate ?
Pure l'immagine di Gesù Cristo è l'emblema della sofferenza.

Perché Dio necessita della sofferenza ?
Necessita perché Dio è stato dimenticato e nessuno va più in Chiesa. Se Lui dà questi segni lo fa per aprirci gli occhi. Sta a noi vedere che Lui esiste, che Lui c'è, che Lui è vero!

Mi domando se invece della sofferenza Dio donasse la Grazia: forse l'uomo riuscirebbe a credere nella sua potenza, nella sua bontà più facilmente ?
Noi tutti siamo graziati ma non vediamo la sua potenza perché vogliamo altro, vogliamo vedere sempre qualcosa in più. Non vediamo la realtà di Dio. Noi vediamo quello che vogliamo vedere, ma non vediamo quello che c'è da vedere.

Il suo è un dono che dimostra questa vicinanza con Dio: è una qualità che tutti possono sperimentare, oppure è una Grazia che Dio concede a pochi ?
Io non ho chiesto nulla, il Signore sceglie, e il Signore fa. Io non mi aspettavo niente.

Nella psicanalisi o in psichiatria si pensa che il maligno non esista e che i casi di possessione diabolica siano in realtà una forma di malattia mentale.
Esiste! Esiste! Esiste il diavolo! Ci aspetta fuori, sempre al varco. Le persone che non ci credono sono dal mio punto di vista malate loro. Non hanno la fede, non hanno Dio nel cuore. Il Signore dà, a qualcuno che sceglie lui, la croce per sopportare gli attacchi del maligno. Sceglie qualcuno di fede.

E gli esorcismi ?
Bisogna saper valutare molto bene gli individui che si dicono posseduti.  Spesso sono dei malati mentali che credono d'essere posseduti, magari hanno dei problemi personali e si credono vittime del demonio. A volte però possiamo parlare di vere e proprie possessioni. Io ho visto persone che si alzavano dal suolo, anche fino al soffitto e molti possono testimoniare questi fatti. Questi indemoniati avevano braccia che si contorcevano in modo incredibile, la lingua si allungava in maniera esagerata fino al petto e gli occhi si giravano completamente indietro. Fanno cose umanamente impossibili.

Che cos'è l'aldilà, secondo lei, cosa c'è ?
E' il passaggio. Di là c'è tutto! Là ci sono i morti ma in realtà i morti non sono loro ma siamo noi. Quando l'anima lascia le spoglie mortali si trova di fronte a Dio. Quando Dio ci incontra ci chiede: "fratello, sorella, parlami di te, vorrei capirti" e lui non ci giudica mai: è questa la bellezza di Dio perché è grande e misericordioso, noi invece puntiamo sempre il dito per giudicare il prossimo.
L'aldilà è serenità, è beatitudine, ciò che non abbiamo qui! Non esiste la serenità sulla terra. Si potrebbe anche vivere bene sulla terra, ma il problema è che la vita si è fatta frenetica, cerchiamo troppe cose, vogliamo troppe cose, abbiamo troppe inutili ambizioni e sprechiamo la vita in cose stupide. Pensiamo ai giovani che muoiono sulle strade dopo una serata in discoteca, si drogano.
Per questi la morte è una loro scelta. Cosa hanno capito della vita questi giovani ? Nulla !
Questi giovani credono di essere pronti per il domani, per il futuro… credono di sapere molte cose, ma in realtà non sanno niente. Quel gradino in più che cercano non gli permette di capire veramente la vita.

Che cosa pensa delle altre religioni? Molti oggi parlano di conflitto fra le diverse tradizioni religiose? Cosa ne pensa ?
La chiave centrale dei conflitti è sempre una: il mio Dio è diverso dal tuo. Ma è un'idea sbagliata perché Dio è sempre e soltanto uno indipendentemente da come lo si interpreti. Lo possiamo chiamare in diversi modi, dargli i nomi che vogliamo, ma Dio è sempre uno.

Però, ad esempio, gli islamici dicono che il Cristo non è affatto Dio: sostengono che sia semplicemente un messaggero. Comprenderà che su queste basi teologiche è difficile un confronto dottrinale e di Fede per un cattolico.
Questa è la loro interpretazione. Gli islamici dovrebbero portare rispetto del luogo che li ha accolti. Io rispetto loro e loro dovrebbero rispettare le tradizioni religiose del luogo in cui si trovano. Io rispetto il loro Dio perché è come il mio Dio.

Per l'uomo oggi è molto difficile parlare di Fede poiché tutti pretendono una verifica scientifica che comprovi ogni asserzione. Lei cosa direbbe a chi proprio non riesce a credere e ad avere Fede nel Signore ?
Il giorno che un uomo morirà e si troverà in un cappotto di legno al cospetto di Dio, la verifica la troverà in un attimo. Anche quelli che non credono, anche gli atei vedranno il Signore. E lì avranno la possibilità di capire.

A chi potranno credere i non credenti ?
La Fede si ha oppure no. Anche l'ateo è un figlio di Dio che però non ha avuto una giusta educazione, non ha avuto una formazione religiosa: non è colpa loro se non hanno capito perché si trovano qui, sulla terra.

Per le persone che soffrono è difficile credere in questa felicità che viene dalla Fede di cui lei parla. Pensi ad esempio ad un malato terminale.
Per le persone che non vogliono credere è difficile capire tutto questo! Chi ha fede invece dice: Signore, fai di me ciò che vuoi!

Di fronte alle sofferenze della vita, che a volte ci colpiscono, è difficile essere felici ma se si è cristiani allora si può essere coraggiosi. Non bisogna mai perdere la speranza.
Bisogna pregare e affidarsi al Signore con fiducia. Lui ci ama e non manda malattie. Anche di fronte a dei mali gravi non bisogna dimenticare che fin che c'è vita c'è speranza!
Anch’io ho perso anche un nipote e un altro familiare a causa di un tumore. Che dovevo dire a mia sorella? Dio punisce? No. Le malattie ce le abbiamo tutti: in alcuni si sviluppano in altri no. E ci sono anche altre cose che non ci piacciono. Bisogna saper accettare tutto questo. Questa è la vita, con le sue prove che il buon Cristiano cerca di superare.

La Fede in Dio è felicità? Lei è felice ?
Sì, eccome no! Io sono felicissimo, io sono sereno, io sono gioioso con la mia famiglia (religiosa) che sta crescendo… la mia fraternità è sempre più grande ! Tra poco saremo in 13 ! La fede, la serenità dobbiamo trasmetterla.
Se non siamo felici che uomini siamo ? Il Signore ci ha trasmesso la serenità e la gioia !
Parlare del vangelo è una Grazia di Dio !

Fraternita

La Fraternità di fra Elia degli Apostoli di Dio