Uliveto Maggiore

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La Clausura

Proprio durante quel periodo di silenzio a monte Uliveto Maggiore, preghiera e meditazione COMPRESE CHE IL SUO COMPITO era quello di essere PELLEGRINO NEL MONDO E PER IL MONDO (come gli disse la “voce”) al fine di portare la parola di Dio a chi ne aveva bisogno, ai cuori tiepidi e a coloro che ancora non lo conoscevano. Nello stesso tempo doveva FONDARE una famiglia religiosa con il nome di “ APOSTOLI DI DIO “ che, oltre all’evangelizzazione, si sarebbe dedicata alla preghiera, al lavoro e all’accoglienza di tutti i bisognosi di conforto, in particolar modo ai ragazzi soli e a rischio di esclusione sociale a causa di carenze rispetto ai legami famigliari e sociali... E così, fulminato da questa illuminazione interiore, e seppur tra mille perplessità, riuscì a liberarsi dalle ultime paure e resistenze preparando anche una SUA REGOLA , quella che in seguito sarebbe divenuta quella di Fratello Elia degli Apostoli di Dio. Dopo 60 giorni Fratello Elia riprese la via di casa, questa volta felice per aver finalmente compreso e accettato la volontà del Signore. Andò subito a far visita all’ex-superiore del suo ultimo periodo conventuale e si consigliò con lui su come procedere. Il Padre lo incoraggiò a seguire la sua vocazione consigliandolo di trovare un luogo idoneo ad una comunità religiosa e di radunare lì i suoi futuri confratelli che il caso gli avrebbe fatto incontrare. Successivamente si sarebbe dovuto presentare al Vescovo della sua futura diocesi e chiedere l’assistenza e la guida di un sacerdote. Da quel momento Fratello Elia si mise subito alla ricerca di una casa ma l’impresa risultò quasi impossibile vista la precarietà della sua situazione finanziaria, praticamente inesistente. Con l’ aiuto della Provvidenza, Fratello Elia ed alcuni amici diedero vita ad una Associazione ONLUS e successivamente ad una Fondazione, ora legalmente riconosciute. La Fondazione FRA ELIA DEGLI APOSTOLI DI DIO, che gli permise di trovare, dopo due anni circa, i primi fondi quale ACCONTO PER L’ACQUISTO di un piccolo Convento francescano del 1200 (molto malridotto, ma d'altronde non ci si poteva permettere altro) dedicato a San Berardo, un discepolo di San Francesco a Calvi dell’Umbria in provincia di Terni. Per completare il pagamento, la stessa Fondazione si accollò un mutuo a lungo termine, rilevato, dopo circa un anno, da un benefattore.