Tratta dall’articolo di Patrick Sbalchiero pubblicato su Chrétien Magazine (Parigi).
Premessa
« …Chi è dunque questo Fra Elia ? Un carismatico da prodigi ? Un essere dotato di poteri soprannaturali ? I francesi lo conoscono pochissimo.
Non è uomo né da vetrina né da media. Non ama parlare di se stesso né delle grazie alquanto singolari che il Signore gli ha donato.
Prima di raggiungerlo in Italia ho tentato di saperne di più su questo quarantaduenne, consultando la stampa specializzata e alla fine delle mie letture ho scoperto che fenomeni straordinari e numerosi miracoli per lui, sono all’ordine del giorno. Stando alle mie fonti migliori, Fratello Elia vive pienamente il mistero della fede, in tutto il suo essere, corpo compreso. Si evocano su di lui dei prodigi degni delle più celebri Vite dei Santi come i segni dell’Amore di Dio nella sua vita.
Dunque, da chi sto andando ? Cosa stanno a significare queste manifestazioni nella sua vita spirituale ?
Ecco ciò che ho scoperto: queste cose restano degli accessori di fronte all’essenziale: Fra Elia è un uomo di fede, di carità e di speranza che ha aperto il suo cuore e la sua vita a colui che bussa alla nostra porta interiore.
Trasferimento nello spazio pensavo tra me e me, ma anche Viaggio nel tempo. Avevo la ferma impressione di dirigermi dritto, dritto verso il tredicesimo secolo che ha visto nascere Francesco d’Assisi, i Frati Minori, e in certa misura, anche la santità moderna.
Ci arrestammo davanti ad un grande edificio, perduto nella campagna, poco prima di un minuscolo paese che ci guarda dal fianco della collina.
Entriamo in un antico convento di proporzioni raffinate ed eleganti. Alcune parti sono alquanto malandate ma sicuramente ha conosciuto tempi migliori.
San Francesco è stato qui mi spiega Fiorella, cosciente dell’interesse che dimostro nell’ammirare i numerosi affreschi che ornano il chiostro. Ora i fratelli lo stanno ristrutturando, continua senza finanziamenti e senza sponsor, ma con la certezza che tutto arriverà da Dio stesso.
« Quanti fratelli compongono la comunità? » … domando a Fiorella.
« Tre, ma quando i lavori saranno terminati, ne arriveranno almeno una decina. »
Mi rendo conto che i lavori sono lontani dall’essere conclusi, ma in questo luogo, nonostante tutto, il silenzio sembra leggero come l’aria che si respira. E la pace di Dio, che si avverte, quasi palpabile.
Saliamo lungo dei ripidi gradini che ci portano al piano superiore dove saranno istallate le future celle. Muratori, carpentieri, elettricisti, tutto deve essere ancora coordinato. Lo spazio per vivere, attualmente è ridottissimo: una pseudo cucina comune ricavata da un lungo corridoio e tre celle malandate.
Si apre una porta: un frate ci saluta e ci propone di vedere il cantiere.
Dietro di lui, un giovane uomo di piccola taglia, bruno, sembra emergere da questo ammasso di pietre multiformi. Al primo colpo d occhio, niente lo distingue dai suoi compagni. Come tutti i figli di San Francesco, porta la barba. Viene verso di noi. Riconosco quegli occhi color miele, dolci e luminosi: è Fra Elia …
(Io, Fiorella, sussulto nel vederlo pieno di polvere, con la solita tuta da lavoro, anche se l’avevo avvertito che sarebbero arrivati due amici-collaboratori di René Laurentin, il più noto mariologo vivente, per fargli alcune domande).
Come ho già detto, prima di partire per l’Italia, avevo consultato una nutrita documentazione sulle sue straordinarie esperienze. La mia immaginazione m’aveva messo fuori strada. Mi aspettavo un’altra persona, silenziosa, lontana dalla realtà di questo mondo, perso tra le nuvole.
Fra Elia è tutto il contrario. Le risposte alle mie domande non vennero modellate da una vena diplomatica ma, uscirono di getto, senza tentennamenti, franche, dirette, concise.
Fu un incontro eccezionale. Sbalordito dalla luce del suo sguardo, cominciai ad incidere sul mio magnetofono.
Fra Elia è il fondatore della nuova Congregazione degli Apostoli di Dio. Le autorità ecclesiastiche non l’hanno ancora riconosciuta (è di rigore la prudenza) ma accompagnano l’avventura con discernimento e fraternità. Il mio interlocutore mi trasmette un'impressione di raro equilibrio umano e spirituale. Ma, come ciascuno di noi, ha conosciuto un cammino interiore lungo e difficile, spesso costellato di esitazioni, dubbi, e atroce sofferenza.
Di seguito riportiamo l’intervista:
Da quanto tempo abita in questo convento ?
Dal 19 luglio 2003.
Da dove le è nata l’idea di fondare una nuova comunità ?
Non è nata così all’inizio mi sentivo incapace di fondare qualsiasi tipo di comunità. Ma nella preghiera, le cose si sono sviluppate. Il mio Angelo Custode mi disse che era tempo di muovermi e di mettermi in cammino.
Come vivete? Come è organizzata la vostra giornata ?
Ora et labora ! Preghiera e lavoro !
Dividiamo il nostro tempo tra preghiere personali e comuni, lavoro e meditazione.
Come vengono finanziati i lavori ?
Solo dalla divina Provvidenza ! E Lei che provvede a tutto. Noi facciamo tutto per conto nostro ma c’è il Signore che veglia su di noi.
E lei prega continuamente ?
Sì.
Legge regolarmente e la Bibbia e la parola di Dio ?
Il Vangelo ogni giorno.
Quali sono i Santi che preferisce ?
Gesù e sua madre Maria.
Qual è il carisma degli Apostoli di Dio ?
Il carisma principale della nuova Fraternità di Fra Elia degli Apostoli di Dio è quella di pregare e aiutare le famiglie disgregate, separate di tutto il mondo. E innanzi tutto una missione d’evangelizzazione per le famiglie.
Allora lei sta partecipando alla nuova evangelizzazione cara al Santo Padre Giovani Paolo secondo.
Certamente. Noi tentiamo d’aiutare le famiglie che soffrono, come per esempio le giovani copie appena sposate che nel giro di qualche mese vogliono separarsi.
Questa missione le è stata donata da Dio ?
Sì. Egli ci ha chiesto anche di aiutare i giovani in difficoltà, a rischio di esclusione sociale a causa di povertà economica, ma soprattutto a causa di carenze rispetto ai legami familiari, all’integrazione formativa, lavorativa e sociale in pratica, ragazzi emarginati.
I giovani accolgono quello che lei dice ?
In generale mostrano molto interesse e fanno anche molte domande. Hanno voglia di camminare.
Va anche all’estero ?
Si, a Malta, Svizzera, Germania, Francia e probabilmente in Australia, ad Adelaide, dove 500.000 emigranti italiani mi hanno invitato.
Chi la invita ?
Io non conosco nessuno. Sono dei Sacerdoti che mi invitano. Io raccomando sempre di richiedere l’autorizzazione al Vescovo del luogo e, solo dopo averlo ottenuto, posso partire.
Secondo lei, cosa manca oggi perché si realizzi l’unità dei Cristiani ?
La conversione. Manca solamente la conversione. La domenica, in particolare, la gente non si reca più alla messa ed è distratta da troppe cose. Come si fa? In primo luogo bisognerebbe che ciascun Vescovo si convertisse a questo proposito. Loro sono i nostri pastori, i servitori del popolo di Dio!
Sono loro che indicano il cammino. La mitra, la croce sono i simboli del buon pastore. Il Signore, Lui, è sempre là. La sua Chiesa è una.
Solo i valori cristiani autentici, amore e rispetto l’uno dell’altro, fraternità, pazienza, ecc. permetteranno l’incontro tra i Cristiani nella verità.
Lei dice il rosario tutti i giorni ?
Si, tutti i giorni.
Lei vede anche la Vergine Maria ?
Sì, regolarmente.
Sì ricorda la prima volta ?
Era il 1970, avevo 8 anni.
Comè ?
Bellissima, e giovane. Il suo viso è radioso. E incomparabilmente più bella di tutte le sue immagini esistenti.
Lei ha una guida spirituale ?
Sì, un Padre francescano.
Molto più di un carismatico o di un guaritore, Fra Elia è semplicemente un uomo di fede, di speranza e carità, servitore di Dio al servizio della Chiesa e dei più poveri.
Monsignor Paolo Maria Hnilica, gesuita, vescovo di Rosado scrive di lui:
« penso che Fra Elia sia un dono prezioso della misericordia di Dio per la Santa Madre Chiesa e per la società sotto questa prospettiva, i suoi carismi particolari non lo pongono né al di sopra né a fianco degli uomini. »
Destinato a tutti, egli manifesta l’amore di Dio, in un modo certamente eccezionale ma molto reale.
Sono dei regali del cielo che guariscono le nostre ferite, sguardi d’amore del Padre e del Figlio attraverso i quali lo Spirito Santo trasfigura le nostre realtà che passano ». [1]
[1] Vedi riferimenti Bibliografici