IL MISTERO DELLA LUCE

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IL MISTERO DELLA LUCE

 

Codice ISBN  /
Titolo  Il Mistero della Luce
Collana / Sottotitolo  /
Autore  Turolli Fiorella
Prezzo  € 20,00
Dati utili  Stampato 2010 - p. 237 - Rilegato - Ed. 1
Curatore  /
Traduttore  /
Editore  Edizione Regina Apostolorum

 

PREFAZIONE N° 2 - Relazione del Prof. Marco Margnelli

Marco Margnelli, medico chirurgo, specializzato in chirurgia generale, é stato ricercatore neurofisiologo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per 15 anni.

Da anni studia gli stati modificati di coscienza compiendo ricerche sperimentali Nuflo stato ipnagogico, sul sogno, sugli stati di coscienza indotti da sostanze psico­trope e sulla trance ipnotica. Ha studiato approfonditamente l'estasi mistica poten­done osservare direttamente numerosi episodi, tra i quali quelli dei veggenti di Mcdjugoije. Si è anche interessato a fondo del fenomeno delle stigmate, potendo itudiare direttamente cinque portatori di tali ferite mistiche.

Attualmente é direttore del Centro Studi e Ricerche sulla Psicofisiologia degli Stati dà Coscienza, presidente della Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza, autoredi più di un centinaio di pubblicaziom scientifiche e autore di cinque libri (in uicita con le Edizioni Segno: "Studi sulle stigmate" e "Studi sull'estasi").L'estasi della passione é una particolare categoria dell'esperienza estatica che viene vissuta esciusivamente da coloro che portano sul proprio corpo segnidella crocefissione, e cioé dagli stigmatizzati. Non si tratta di uno statodi coscienza differente dall'estasi in se stessa, si tratta di un'estasi iiella quale viene vissuta un'esperienza particolare, un po' come dire che c si trattasse di un sogno, sarebbe un sogno che si distinguerebbe dagli altri non per la "forma", ma per il suo contenuto. E un'esperienza mistica che abitualrnente si verifica solo una volta all'anno, nella settirnana santa c ha una durata di circa tre giorni. Secondo la narrazione dej Vangeli, il gioved'i della settimana di Pasqua, Gesi consurnö con gli Apostoli la cena pasquale e poi si recö nell'orto degli ulivi ove, verosimilrnente, ebbe un'estasi ("Ed entrato in agonia, pregava più intensamente", Luca 22, 44) durante la quale sudò sangue. A sera venne arrestato e portato alla casa del sommo sacerdote ove passò la notte, insultato e percosso da coloro che l'avevano in custodia. La mattina del venerdi, dopo un sommario processo da parte dej sacerdoti, dei capi del popolo e dei dottori della legge, venne portato al cospetto di Pilato e accusato di fomentare rivolte, di isti­gare il popolo a non pagare i tributi ai Romani ed affermare di essere il re dei Giudei. Pilato, non convinto della colpevolezza di Gesù e ritenendo che il caso fosse di competenza delle autorità giudaiche, lo mandò da Erode. Questi, a sua volta poco persuaso delle accuse, rna soprattutto dagli accusatori, lo rimandò a Pilato. Ambedue temevano che condan­nando Cristo avrebbero provocato una sollevazione popolare e, di nuovo, Pilato si rifiutò di condannarlo a morte, proponendo invece di infliggergli una punizione corporale e poi di lasciarlo libero. A questo punto fu la folla che assisteva al giudizio che cominciò a chiedere a gran voce la crocefissione e Pilato, di nuovo intimonto dalla possibilità di un tumulto, cedette. Si procedette allora immediatarnente alla flagellazione, alla coro­nazione di spine e, quindi, a condurre Gesù sul luogo del patibolo e a giustiziarlo. L'estasi della passione, dunque, consiste nel vivere fedel­rnente queste vicende immedesimandosi col Cristo cosi che sul corpo di coloro che la vivono compaiono i segni della flagellazione, delle spine o le lesioni alle ginocchia provocate dalle cadute sul selciato durante il cammino verso il patibolo.

Ciascun momento della Passione é in qualche modo riconoscibile da un osservatore esterno sia per le espressioni mimiche, che per le posture che assurnono le membra o il corpo degli estatici, sia per le grida che essi emettono o, talvolta, le parole che pronunciano. Il gioveifi é contrassegnato da sudore di sangue, angoscia e pianto, talvolta con lacrime pure di sangue. Il venerdi, naturalmente, contrassegnato da momenti di grande dramrnaticità, con grida di dolore, spasmi del corpo, alterazioni del polso, della respirazione e della pres­sione del sangue che rivelano l' intensa sofferenza con la quale vengono vissute la flagellazione e la coronazione di spine. Uno dei momenti piùdrammatici è quello nel quale vengono infitti i chiodi, perché non solo l'estatico urla di dolore e si contrae negli spasimi della sofferenza, ma anche perché le stigrnate si cruentano e cominciano a sanguinare a profu­sione. Finalmente, verso le tre del pomeriggio, dopo una penosa agonia, Gesù mori e lo/la stigrnatizzato/a rnuore con lui nella sua immaginazione, mimando col corpo, con l'espressione del volto e con grida o parole di sconforto il mornento nel quale sopravviene il trapasso. I segni della morte sono impressionanti e fedeli: in genere i testimoni vengono colpiti dallo sguardo che, da un'espressione di angoscia/incredulità/paura passa a una fugace velatura e poi alla quiete del sonno finale. Nella storia della stigrnatizzazione esistono diverse (anche se non particolarmente nurnerose) testirnonianze di queste spettacolari manifestazioni stiche, sia di teologi che di medici [...]

A questo genere di esperienza va incontro annualmente Elia, che tengo sotto osservazione da due anni e che, tra altri esami, ho sottoposto anche ai test di Rorshach e MMPI (esami che servono a valutare lo stato di salute inentale), i quali non hanno evidenziato alcuna patologia e, in particolare, nessun sintomo di istena. Elia é portatore di stigmate permanenti, quattro localizzate ai polsi, nella vera sede nella quale venivano inflitti i chiodi ai condannati alla crocefissione, consistenti in due ferite sulla superficie dorsale e due sulla superficie ventrale dei polsi, che hanno la forma di lesioni lineari poste trasversalmente all'asse maggiore dell'arto e sono della lunghezza di circa due centimetri sul dorso, un centimetro sulla superticie inferiore. Due altre stigmate sono localizzate alle caviglie (Invece che ai piedi), anch'esse lineari, rna, al contrario di quelle degli arti superiori, sono poste verticalmente, ovvero parallele all' asse maggiore della gamba. Sono lunghe circa un centimetro e mezzo. Sia quelle degli arti superiori che quelle degli arti inferiori sono poco profonde e assomi­gliano a delle esconazioni che abbiano raggiunto il derma. All'emitorace destro, poco sotto il capezzolo, si trova una ferita orizzontale, di forma lineare, della lunghezza di circa cinque centimetri, che appare leggermente slabbrata, rna, come le altre, é poco profonda. Queste stigmate non scom­paiono rnai e sanguinano e dolgono ogni venerdi. Tutti gli anni, in occa­sione della settirnana santa, Elia ha un'estasi della Passione e alla scadenza di quest'anno mi ha perrnesso di presenziare all'evento. Il giorno 17 aprile 2003, giovedi santo, insieme a una troupe televisiva, mi sono recato all'albergo (un albergo per religiosi, a Roma) ove si trovava ospite lo stigmatizzato. Nel percorrere il corridoio che conduceva alla stanza in cui Elia giaceva a letto, si avvertiva un fortissimo profumo.
di rose, la cui intensità finiva per dare quasi fastidio e diventare, se possibile, ancora più forte in camera, anche se dopo una decina di minuti si finiva per abituarcisi e a non avvertirlo quasi più...

Estratto dalla prefazione n° 2 «Relazione del Prof. Marco Margnelli».

Fraternita

La Fraternità di fra Elia degli Apostoli di Dio