Ecco Calvi

Ecco Calvi

« Sono le ore 11.03 del 23 settembre 2003 quando fra Elia ed un altro confratello arrivano al Convento San Francesco per prenderne definitivamente possesso. Il terzo confratello arriverà al convento il 24 settembre 2003 alle ore 16.05.

Già il 19 luglio i confratelli e due volontari erano arrivati a Calvi per portare alcuni mobili, abiti e stoviglie presi dalla casa di fra Elia a Bergamo. Le suppellettili insieme ad altri materiali furono poste nell’unica camera in buono stato della parte sud-est del piano superiore del convento, coperte con delle lenzuola vecchie e lasciate li. La sera del 19 luglio la piccola comitiva stremata dalla fatica si incamminò verso Trevi per incontrare Padre Oronzo (già Padre Spirituale di fra Elia) che provvide a dare un boccone a tutti e a procurargli una sistemazione per la notte presso le suore.

La mattina del 20 luglio fra Elia parti per andare al suo paese per un momento di meritato riposo, mentre i volontari e i confratelli tornarono anch’essi alle loro case. Fra Elia, sapendo cosa ci aspettasse diede due mesi di tempo a noi confratelli per riposarci e mettere a posto le varie cose personali prima dell’addio definitivo alle famiglie per iniziare questa nuova vita.

Nel mentre dopo il 16 agosto, senza dire nulla a nessuno fra Elia torno a Calvi dell’Umbria, armato di pennelli e di tempere per sbiancare il corridoio che sarebbe poi diventato la cucina e la sala da pranzo, le due uniche stanze in condizioni sicure e il piccolo bagno. In circa venti giorni di lavoro sistemo per quanto possibile quello che riuscì a sistemare, ma mancava ancora tutto.

Quando il 23 settembre arrivarono a Calvi mancava tutto, l’elettricità, l’acqua corrente, il gas, i mobili. Con pazienza cominciarono a sistemare le varie cose e la sera sfiniti andarono a dormire da una famiglia del luogo che con carità si era offerta di ospitarli per quella notte.

Il giorno seguente fra Elia con i soldi della sua liquidazione andò a Terni a comperare una lavatrice, tre letti, due piccoli armadi, una cucinetta di quelle bianche a quattro fuochi con la bombola, un tavolo con sei sedie. Era tutto quello che avevamo, anzi c’erano anche delle sedie, l’armadio di fra Elia a quattro ante regalo di un suo amico (ora si trova in erboristeria), l’armadio con lo specchio (anch’esso un regalo) che avevamo portato da Bergamo.

Sono le 17,00 circa del 24 settembre il terzo confratello era da poco arrivato perché partito da Bergamo alle ore 07.00 del mattino era riuscito a perdersi ed aveva impiegato quasi tre ore per ritrovare la strada (non era il primo viaggio che faceva in Umbria, ma dopo Assisi aveva perso completamente l’orientamento, ancora oggi si chiede come abbia fatto).

Ecco finalmente arrivare i mobili, i letti e gli armadi. Purtroppo dalla stretta scala non passano, come si può fare. La Divina provvidenza ci viene in soccorso, arriva un amico di passaggio che dopo il lavoro era venuto a vedere come procedevano le cose, nell’auto ha un seghetto per il ferro, con quello riusciamo a tagliare il piccolo montante in ferro della scala che ci dà fastidio e così facciamo passare gli armadi ed i letti.

Manca ancora l’elettricità e siamo costretti ad accendere le candele per poter finire di montare i tre letti e gli armadi. La lavatrice e la cucina la collegheremo l’indomani, siamo sfiniti abbiamo mangiato solo un panino e sono le 21,15.

Fra Elia, anche lui abbastanza provato, dice di darci una ripulita alla meglio perchè ci ha invitato Margherita a casa sua per cena.
Finita la cena, che ci sembra veramente da re, con la fame che ci ritrovavamo, torniamo in Convento, sono le 23.20 e finalmente riusciamo a metterci distesi sui materassi perché non avevamo fatto a tempo a preparaci in modo decente i letti ».

[1] Vedi riferimenti Bibliografici

 

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