Persuaso di fare la cosa giusta, nel 1994 Fratello Elia lasciò il convento dei Cappuccini e si stabilì nella Bergamasca dove visse fino al suo trasferimento presso l’ attuale residenza, un convento francescano a Calvi dell’ Umbria, avvenuto il 19 luglio 2003. Dopo il suo ritorno alla vita laicale, si cercò un lavoro attinente alla sua indole: di volta in volta assisteva gli ammalati, poi i carcerati, poi divenne infermiere e l’ultimo impiego fu presso una industria chimica. Rimase comunque molto vicino alla chiesa pur dovendo lavorare per vivere. La vita per lui era molto dura in quanto si doveva adattare soltanto a lavori precari visto che durante il periodo pasquale, quaresima compresa, era costretto a ritirarsi da ogni tipo di occupazione. Non riuscendo a cambiar il proprio stile di vita , ogni anno rinnovava i suoi voti, in forma privata, nelle mani del suo ex priore, il Cappuccino Padre Eugenio. Divideva il suo tempo tra il lavoro, la Chiesa e aiutando il prossimo. Intanto il tempo passava e le sue piaghe rimanevano più vive che mai mentre si riacutizzava in lui la nostalgia della vita conventuale. Comprese che non riusciva ad abbandonare il Signore e, affidandosi completamente alla sua misericordia, gli chiese cosa mai volesse da lui. Per comprendere meglio la sua risposta, decise di entrare in un convento dove nessuno lo conoscesse, per un lungo periodo di meditazione. Così che nell’autunno dell’anno 2000 Fratello Elia venne accolto presso un’Abbazia toscana, (Monte Uliveto Maggiore) per sottomettersi alla sua ultima prova. (Come disse lui alla Signora Turolli che conobbe circa 10 giorni prima di partire – Dal loro incontro nacquero tre libri biografici su Fratello Elia).